Sebbene il cancro dell’esofago sia attualmente una malattia curabile in stadio precoce, esso viene ancora troppo spesso diagnosticato in stadio avanzato. I sintomi sono principalmente rappresentati dalla disfagiadifficoltà a deglutire cibi solidi e liquidi. si distinguono una disfagìa organica, causata da lesioni situate tra la bocca e lo stomaco, e una disfagìa funzionale, dovuta a malfunzionamento della muscolatura faringo-esofagea. (tabella 1) e dalla tosse in caso di fistolacanale patologico che mette in comunicazione un viscere cavo o una cavità patologica con un altro viscere cavo o con l'esterno. le cause, oltre che congenite, sono quasi sempre di origine infiammatoria, infettiva, parassitaria e chirurgica. esofago-respiratoria. L’esofagectomia è il trattamento principale nella cura del tumore dell’esofago (Grado A). Obiettivo primario della chirurgia è resecare solo pazienti in cui sia presumibile una resezione chirurgica R0, ovvero resezione radicale senza residuo micro- e macroscopico di malattia. L’esofagectomia è però gravata da elevato rischio di morbilità /mortalità perioperatoria, per questo sono state sviluppate modalità di palliazione alternative “mini-invasive quali la chemioterapia, la radioterapia / brachiterapia e le tecniche endoscopiche. Tra le tecniche di palliazione endoscopiche ci sono:
I vantaggi nel posizionamento di uno stent sono:
Gli stents metallici sono costruiti in leghe e sono ricoperti (silicone, poliuretano, polietilene) per impedire il più possibile la ricrescita tumorale all’interno.
Le complicanze correlate al posizionamento degli stents sono generalmente modeste e anche quelle più gravi sono generalmente trattabili endoscopicamente (tabella 1). Una delle complicanze precoci, che si verifica in circa il 10% dei pazienti, è la migrazione della protesi, dovuta a tutte quelle situazioni che determinano minor contatto, quindi minor “presa”, tra il tumore e la protesi stessa:
In caso di migrazione lo stent deve essere riposizionato per via endoscopica con la procedura descritta in precedenza. Un’altra complicanza precoce è il sanguinamento durante il posizionamento della protesi che però è quasi sempre modesto e autolimitantesi. Un sanguinamento da mettere in pericolo la vita del paziente è raro (<1%). Infine, durante il posizionamento della protesi si può verificare una perforazione (circa il 2-3% die casi) viscerale, che comunque viene anch’essa trattata e con il rilascio dello stent (la perforazione è coperta dalla protesi e questo impedisce al contenuto viscerale, saliva e alimenti ecc., di fuoriuscire e di dare un’infezione potenzialmente fatale).
Lo stent si può occludere per le seguenti cause:
In caso di ricrescita neoplastica è possibile posizionare un nuovo stent (protesi su protesi). L’occlusione della protesi da bolo alimentare è sempre causata da una dieta inadeguata da parte del paziente e si risolve con la rimozione endoscopica del cibo.