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Esofago Pisa
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ATTIVITA' - Esofago Pisa
Chirurgia Esofagea e Gastrica mininvasiva e con approccio tradizionale

La nostra attività è principalmente rivolta alla patologia funzionale esofagea e alla patologia neoplastica esofagea, gastrica e della giunzione gastro-esofagea. Tutti gli interventi di patologia funzionale (plastica antireflusso e acalasia) sono eseguiti in maniera mininvasiva (laparoscopica o robotica), con una percentuale di conversione laparotomica (intervento tradizionale) che si avvicina allo zero. Anche la patologia neoplastica generalmente è approcciata in maniera mininvasiva, però con alcune limitazioni connesse allo stadio della malattia e alla necessità, in ogni intervento, di ottenere una resezione R0, cioè un'asportazione completa della malattia, senza residui macroscopici (R2) o microscopici (R1). Poiché l'esofagotratto del tubo digerente compreso tra la faringe e lo stomaco. È lungo circa 25 cm, largo 2, occupa la parte inferiore del collo (porzione cervicale), scorre verticalmente nel torace (porzione toracica), attraversa il diaframma, in corrispondenza dell'anello esofageo, e, dopo breve tratto (porzione addominale), sbocca nello stomaco, mediante un'apertura detta cardias. è l'unico organo che attraversa tre distretti, collo, torace e addome, gli interventi di esofagectomia possono richiedere due o tre tempi:  addominale, toracico e a volte cervicale.

Nel caso dell'esofagectomia a due tempi  (addome e torace) generalmente eseguiamo  il tempo addominale per via mininvasiva (preparazione del viscere da trasporre in torace, generalmente lo stomaco) e il tempo toracico per via toracotomica destra (chirurgia tradizionale); ciò perché, pur essendo possibile l'approccio miniinvasivo, l' esecuzione dell'anastomosi (sutura) tra stomacotratto del tubo digerente che occupa gran parte dell'epigastrio e dell'ipocondrio sinistro, subito sotto il diaframma. nello stòmaco il cibo viene trasformato in una pasta semiliquida, detto chimo gastrico, che viene a piccole quantità e a successivi intervalli passato nel duodeno in seguito all'apertura dello sfintere pilorico. trasposto ed esofagotratto del tubo digerente compreso tra la faringe e lo stomaco. È lungo circa 25 cm, largo 2, occupa la parte inferiore del collo (porzione cervicale), scorre verticalmente nel torace (porzione toracica), attraversa il diaframma, in corrispondenza dell'anello esofageo, e, dopo breve tratto (porzione addominale), sbocca nello stomaco, mediante un'apertura detta cardias. residuo con tale tecnica   è ancora da considerarsi sperimentale e non scevra da un'incidenza aumentata di complicanze ( deiscenzariapertura spontanea di una ferita, di un taglio chirurgico o di un'anastomosi (visceri, vasi ecc), dopo che i margini della ferita stessa o delle strutture anastomizzate avevano aderito. e stenosirestringimento patologico di un orifizio, di un dotto, di un vaso o di un organo cavo, tale da ostacolare o impedire il normale passaggio delle sostanze che fisiologicamente vi transitano. È definita organica quando è causata da processi produttivi o cicatriziali o da cause congenite malformative. si parla invece di stenosi funzionale quando è provocata da contrazioni toniche più o meno durevoli degli sfinteri o delle pareti muscolari. ). 

Nell'esofagectomia in 3 tempi (torace, addome e collo), dove possibile eseguiamo il primo tempo, toracico  per via toracoscopica con il paziente in posizione prona (tale posizione consente di evitare l'esclusione del polmone e sembra ridurre in modo significativo il rischio di complicanze respiratorie). Il paziente viene quindi girato supino ed in tale posizione  si procede all'esecuzione del tempo addominale per via mininvasiva laparoscopica e alla cervicotomia. In questo caso il pezzo operatorio è estratto dall'addome e/o dal collo e l'anastomosile anastomosi sono realizzate mediante interventi chirurgici quando occorre mettere in rapporto organi cavi, vasi, tratti del tubo digerente o dell'apparato urinario, per ristabilire il flusso del loro contenuto. tra stomacotratto del tubo digerente che occupa gran parte dell'epigastrio e dell'ipocondrio sinistro, subito sotto il diaframma. nello stòmaco il cibo viene trasformato in una pasta semiliquida, detto chimo gastrico, che viene a piccole quantità e a successivi intervalli passato nel duodeno in seguito all'apertura dello sfintere pilorico. ed esofagotratto del tubo digerente compreso tra la faringe e lo stomaco. È lungo circa 25 cm, largo 2, occupa la parte inferiore del collo (porzione cervicale), scorre verticalmente nel torace (porzione toracica), attraversa il diaframma, in corrispondenza dell'anello esofageo, e, dopo breve tratto (porzione addominale), sbocca nello stomaco, mediante un'apertura detta cardias. residuo è eseguita a livello cervicale  e quindi in chirurgia tradizionale. 

Per quanto riguarda gli interventi di gastrectomia cerchiamo, se possibile di procedere per via mininvasiva, rifacendosi sempre al concetto di radicalità oncologica su espresso. Chiaramente la mininvasività comporta un minor trauma chirurgico, minor dolore postoperatorio e una più pronta ripresa sociale e lavorativa

 

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