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ATTIVITA' - Esofago Pisa
Endoscopia diagnostica avanzata - Magnificazione endoscopica

La magnificazione endoscopica, generalmente associata alla cromoendoscopia, è eseguita utilizzando una particolare categoria di endoscopi denominati "zoom" che, per mezzo di una leva posizionata nell'impugnatura, offrono la possibilità di ingrandire fino a 120 volte l'immagine inquadrata. L'utilizzo di questi strumenti permette di portare la diagnostica endoscopica a un livello nettamente superiore, di diagnosticare neoplasie in fase precoce (early) o addirittura di diagnosticare l'iniziale trasformazione di un tessuto verso la malignità, cioè la displasiail termine displasìa designa l'alterazione della grandezza, della forma, dell'organizzazione delle cellule adulte che istologicamente precede, nell'evoluzione di un tumore maligno (vedi anche cancerogenesi), l'insorgenza del tumore stesso. rispetto a quest'ultimo, pur coesistendo molte analogie con l'aspetto istologico della displasìa, si ammette come differenza sostanziale la possibilità di regressione della lesione.. Queto tipo di metodica è particolarmente utile nell'esofagotratto del tubo digerente compreso tra la faringe e lo stomaco. È lungo circa 25 cm, largo 2, occupa la parte inferiore del collo (porzione cervicale), scorre verticalmente nel torace (porzione toracica), attraversa il diaframma, in corrispondenza dell'anello esofageo, e, dopo breve tratto (porzione addominale), sbocca nello stomaco, mediante un'apertura detta cardias. di Barrett, soprattutto nel long Barrett (> 3 cm), in quanto l'endoscopia tradizionale consente di identificare la presenza e l'estensione di un epiteliotessuto di rivestimento della superficie esterna del corpo e delle cavità interne degli organismi animali e vegetali pluricellulari. È costituito da cellule di forma geometrica e regolare, separate da sostanza intercellulare. l'epitelio di rivestimento del lume dei vasi è detto endotelio. metaplasico ma non è in grado di identificare l'architettura di superficie ("pattern") e quindi di indirizzare biopsie mirate. Con l'endoscopia tradizionale, il follow-up di un paziente con Barrett, è eseguito facendo biopsie random (casuali!) ogni due cm sui quattro quadranti. L'endoscopia con magnificazione, invece, consente una maggiore accuratezza diagnostica con un minor numero di biopsie mediante l'identificazione di 5 classi (pattern) differenti secondo la classificazione proposta dal prof. Endo -  un gastroenterologo endoscopista giapponese - e pubblicata sulla rivista Gastrointestinal Endoscopy nel 2002 .

 

Figura 1: classificazione sec. Endo

 

Secondo questa classificazione le biopsie devono essere prevalentemente eseguite nelle zone con "pit pattern" tubulare e villoso perchè sono le aree in cui si sviluppa più facilemente il Barrett e il Barrett con displasiail termine displasìa designa l'alterazione della grandezza, della forma, dell'organizzazione delle cellule adulte che istologicamente precede, nell'evoluzione di un tumore maligno (vedi anche cancerogenesi), l'insorgenza del tumore stesso. rispetto a quest'ultimo, pur coesistendo molte analogie con l'aspetto istologico della displasìa, si ammette come differenza sostanziale la possibilità di regressione della lesione..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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